"Le Mele Verdi"
Intervista a Maria Letizia (Mitzi) Amoroso
Intervista a cura di Blue Fixer


Anagrafe. Mitzi Amoroso nasce a Roma il giorno 15-08 di qualche anno fa. Famiglia. Il padre di Mitzi è Vincenzo, la madre Guglielmina Ferrari. La donna ha tre figli: Maria Francesca, Giulio e Paolo. Gioventù. Mitzi Amoroso dice di non avere ricordi particolarmente piacevoli legati alla sua infanzia, sostenendo però che l'esperienza della maternità è stata per lei la cosa più bella della vita. Esordio artistico. A dieci anni la piccola Maria Letizia scrive già dei piccoli componimenti musicali. A 15 anni la futura artista compone dei motivi musicali addirittura sotto la doccia, suo iniziale luogo di ispirazione. Il vero e proprio esordio artistico avviene però con la Fonit, come cantautrice. Mitzi quindi da sempre si propone artista completa sia nel campo musicale che in quello del doppiaggio: autrice di testi e musiche, cantante, doppiatrice, direttrice di gruppi di lavoro di bambini. Carriera. Il primo disco di Mitzi è Scendi alla mia fermata, prodotto da Gianni Ravera, della Gi-Ra. Siamo agli inizi degli anni Sessanta. In quegli anni Mitzi deve anche partecipare al Festival di Sanremo con un pezzo intitolato Lo sguardo; la cosa non va in porto perché la figura e il look dell'artista, molto semplici, non sono ritenuti dalla casa discografica in sintonia con la voce molto sensuale. Dopo aver vinto alcuni concorsi come autrice (tra i quali l'Ambrogino e lo Zecchino d'Oro), nel 1974 Mitzi tiene a battesimo il coro delle Mele Verdi, che sopravviverà fino al 1987. Oggi Mitzi Amoroso si occupa di rappresentazioni teatrali e ha una sua ditta di doppiaggio chiamata Railing Sound.

Maria Letizia Amoroso


Allora, signora Amoroso, ci parli della sua gioventù. Qualche ricordo piacevole?

Piacevole? Piacevole? Io sono una donna molto triste. Mio padre voleva addestrarmi a diventare la brava moglie del signor X e non sopportava che io volessi dedicarmi alla musica o che facessi la concertista. Poverino, lui non lo faceva apposta ma per me quell'opposizione, quello scherno, era un grande dolore.

Roberto Vecchioni e le Mele Verdi
Come ha cominciato la sua carriera?

L'esordio fu con la Fonit, firmai un contratto come cantautrice. Il mio primo brano fu Scendi alla mia fermata. Allora mi produceva Gianni Ravera, che, avendo una sua casa di produzione, si firmava Gi-Ra. Nel 1964, mi sembra, dovevo andare anche a Sanremo con un pezzo chiamato Lo sguardo ma la cosa non funzionò perché secondo quelli della casa discografica avevo una voce troppo sexy e un'immagine troppo semplice. Figuratevi che quando mi videro mi dissero: "Ma come… è tutta qui?"… allorché io risposi: "Non ne ho lasciato fuori nemmeno un pezzo…"

E non tornò mai più al Festival?

No, non volli più. Anche perché di lì a poco nacque mia figlia Maria Francesca e mi dedicai all'attività di madre. E' difficile coniugare la vita da artista con quella di madre. Io considero bugie quelle delle donne dello spettacolo che dicono di essere spesso amiche di loro figlio. La signora Alba Parietti, per esempio, quando ha girato Il macellaio cosa credeva di essere per suo figlio: un'amica? Una mamma? Oppure una persona che lo turbava? Ragazzi, la vita non s'inventa… e i sentimenti non si cambiano.

Come le è venuta l'idea di un coro di bambini?

Era l'inizio degli anni Settanta, avevo già vinto alcuni concorsi, tra cui lo Zecchino d'Oro…per questo cominciai a circondarmi di bambini, anche perché una madre deve fare un po' quello. A proposito di Zecchino d'Oro: posso aprire una parentesi polemica? E' mai possibile che in Italia l'epicentro del canto dei bambini sia sempre e solo Bologna? Gli altri non possono esistere? Sono trent'anni che vedo i bambini dello Zecchino d'Oro che cantano muovendo la testa come dei tergicristalli! Potenza del Vaticano, ma diamo spazio anche agli altri! C'è il Sabato dello Zecchino, il Venerdì dello Zecchino, il Giovedì dello Zecchino… insomma: abbiamo lo Zecchino!

Non è l'unica artista ad aver detto questo…

Non c'è spazio per gli altri! Che ci sia dietro una vera e propria mafia religiosa? Sa perché sono finite le Mele Verdi? Il discografico di Canale 5, Vladimiro Albera, vide le Mele Verdi che stavano facendo uno spettacolo. Ne era estasiato. Io, allora, gli andai a proporre una collaborazione ma lui mi disse che lo Zecchino d'Oro bloccava tutto il resto. "Le Mele Verdi sono di gran lunga superiori allo Zecchino d'Oro. Sono un coro moderno, però io non posso aiutarla". Così mi disse.

E in che modo nacquero le Mele Verdi?

Volete saperlo? Volete davvero saperlo? Nel 1974 avevo vinto, con un bambino, l'Ambrogino d'Oro. Il giorno dopo mi telefonò la nonna di questo bambino proponendomi di far cantare il nipote in una fiera paesana. Il pomeriggio di quello stesso giorno avevo già creato le Mele Verdi. Chiamai alcune compagne di mia figlia, comperai della stoffa verde e misi addosso a queste bimbe dei jeans e una maglietta verde. Ci scrissi sopra Mele Verdi e quello fu l'inizio. Il giorno dopo eravamo già a fare un concerto. Chiamai il gruppo Mele Verdi perché, appunto, erano cantanti acerbe.

Il primo disco ufficiale che avete inciso nel 1974 è stato però Barbapapà, con Roberto Vecchioni?

Si, mi chiamò la casa discografica Polygram. A Vecchioni piacquero molto queste bambine e così facemmo il pezzo. Non c'era ancora Paolino. Quando mi chiamarono per fare Woobinda mi dissero che avrebbero messo il mio nome a patto che non prendessi soldi. Io accettai perché a me interessava far conoscere il nome del gruppo. Nel pezzo, inizialmente, la parte della solista era quella di una bambina di sette anni. C'era Marino Marini a fare il produttore. Paolo era con me quel giorno e stette tutto il tempo a tirarsi i calzini. Incidemmo il disco ma quando stavamo per andar via dissi a Marini che a me il prodotto non piaceva così come era nato. Misi allora le cuffie a Paolino dicendo al bambino che quando mi vedeva fargli un gesto doveva gridare: "Aiutami". Incidemmo di nuovo il disco con la voce di Paolo, con tutte le persone in studio che applaudivano, a cominciare da Marino Marini. In seguito a ciò Paolo fu molto richiesto per fare dei dischi. Ne fece anche uno con Manfredi intitolato: Lei non sa chi sono io. Marini voleva farne un po' un personaggio ma io mi opposi a questo.

Come fu la collaborazione con Vecchioni?

Bellissima, serena, tranquilla. Un'ottima persona Roberto Vecchioni, provammo anche a scrivere delle cose insieme. Venne anche a cena a casa mia con sua moglie.

Forse lei non sa che oggi c'è molta gente che ricorda molto volentieri le sue sigle, soprattutto per la grazia e la leggerezza che lei metteva nelle canzoni delle Mele Verdi.

Grazie, davvero. Bisognerebbe sollecitare i bambini ad avere voglia di ascoltare la musica e non il solito gran chiasso.

Dopo Woobinda si passa a La banda dei ranocchi.

Comincia da lì la collaborazione con Silvano D'Auria e con Corrado Castellari. D'Auria era un tipo molto gioioso; ci divertivamo, era una grande famiglia, non sembrava un discorso di lavoro.

Per fare un coro di bambini quali sono le difficoltà tecniche da affrontare?

Beh, bisogna prima di tutto insegnare loro cosa sia un vocalizzo, cosa siano gli intervalli e via di seguito. Poi devo sempre cantare io, come esempio. Di un pezzo nasce prima lo scheletro e poi, piano piano, parte dopo parte, viene fuori il resto. E' come la nascita di un bambino.

Maria Letizia e Paolino
Cosa ricorda de La banda dei ranocchi?

-Era bella l'idea dei "girini che saranno i suoi bambini". La scrissi di getto, a gran velocità. Castellari mi telefonava e mi canticchiava la musica che aveva pensato. Io ci mettevo le parole sopra immediatamente. Avevo una creatività che oggi probabilmente non ho più…

Forse non è vero che lei non è più creativa, magari non è più molto stimolata…

Si, forse è vero…

Di chi era la voce solista de La banda dei ranocchi?

Oggi è grande, Stefania Bruno avrà poco più di 28 o 29 anni. Dunque… non ricordo, dovrei andare a riguardare i miei archivi. Alcune ragazze delle Mele Verdi, come Stefania Mantelli ad esempio, mi sono rimaste in mente per qualche caratteristica, magari fisica ma non mi ricordo tutti i loro nomi. Stefania ha cantato anche Mademoiselle Anne. Aveva una voce terribilmente sexy. Un'altra voce carina era quella di Rony Lucido… che probabilmente si chiamava Ronalda. Ne ho avute tante Mele Verdi… Posso dirti comunque che Pat, la ragazza del baseball era cantata da Alessandra Maldifassi, purtroppo defunta prematuramente.

Che faceste in quegli anni a parte le sigle?

Nel 1979 cominciammo a fare teatro anticipando, di fatto, il Karaoke di qualche anno dopo con un disco intitolato Il Cantagioco. Ancora è in giro nei negozi. Un produttore della Durium che si chiamava Salvatore De Pasquale non aveva grosse idee e, infatti, non seppe come promuoverlo. Con quello spettacolo, e con altri, avemmo molto successo in tutti i teatri che visitammo. Nel 1987, però, morì mia madre, mi avvertirono all'alba. Io presi il primo aereo per andarla a vedere per poi tornare, la sera stessa, nel teatro dove avevo, la sera, uno spettacolo delle Mele Verdi. Fu la fine del nostro coro. Da un lato soffrivo molto nel privato, dall'altro oramai l'esperienza dei bambini che cantavano e che ballavano era inflazionata. Inoltre la richiesta crollò. Fui anche boicottata dall'Rca nonostante, come ripeto, i teatri fossero sempre pieni e anche le maestre si divertissero nell'assistere ai nostri spettacoli. La povera Mitzi fu anche boicottata dalla stessa Rai. Quando uscì Hello Sandybell! Io ero contenta perché finalmente avevo fatto una sigla che sarebbe comparsa in Rai. Il disco, però, lo fecero uscire 3 mesi dopo la fine del cartone animato

Un pò di 45 giri storici
Qual è la sigla che preferisce fra tutte quelle che avete fatto?

Quella che amo di più è sicuramente Lo scoiattolo Banner.

Lei sa che il pezzo che è andato in onda in televisione è un po' diverso da quello che è comparso nel 45 giri?

No, non lo sapevo veramente. Comunque ricordo che il disco di Banner non si trovava, ne fecero uscire pochissime copie.

La voce adulta maschile che si sente spesso nelle sigle delle Mele Verdi è sempre quella di Corrado Castellari?

Sempre. Era bravissimo e soprattutto molto professionale. Si prestava molto volentieri a fare qualunque canzone. Lo ricordo bene ne La banda dei ranocchi, in Belfy e Lillibit, ne' Gli gnomi delle montagne e in Ippotommaso.

Il 45 giri era La banda dei ranocchi/Ippotommaso. Ebbe un buon successo…

No! Avremo venduto 100 copie…mah… io non credo di aver ottenuto grossi proventi da quel disco.

Ci parli de' Lo scoiattolo Banner.

Mi divertii a mettere nel testo Paolino, nel verso: "…proprio come fa Paolino". Ovviamente nessuno poteva sapere che Paolino fosse lo stesso bambino che cantava e, inoltre, mio figlio. Quando scrissi la canzone io stessa mi commossi pensando allo scoiattolino che perdeva la mamma.

L'lp Sabato al supermercato era dedicato per metà alle Mele Verdi e per metà ad altre sigle…

Eh, lo so! Potevano fare un LP tutto nostro, per la miseria! Non hanno creduto nel coro, questa è la verità. Purtroppo dopo il 1986 finì tutto. Rimase solo Cristina D'Avena che, secondo me, a novant'anni canterà sempre nello stesso modo… comunque, dai… di lei dico che è bella e brava, non posso essere sempre cattiva! La verità è che quel periodo, quando morì mia madre, per me fu un periodaccio, una tristezza infinita…

E dopo ?

Nel 1989 ho aperto una scuola di recitazione con cui ho messo su varie rappresentazioni. Ho anche una scuola di doppiaggio, la Railing Sound e lavoro con agenzie di post-produzione. Lavoro soprattutto con i bambini; i miei sono bravissimi. Ho fatto anche delle pubblicità… per esempio lo spot della Paluani lo hanno fatto i miei bambini.

Torniamo alle sigle. Dopo La banda dei ranocchi arriva il 45 giri Belfy e Lillibit/Gli gnomi delle montagne. Se la seconda di queste sigle appartiene a un cartone andato in onda solo su canali locali, Belfy e Lillibit è passato su Italia 1…

Ma no! Davvero? Questo non lo ricordavo! Carine queste sigle. Entrambe. In Belfy e Lillibit in una strofa dedichiamo una citazione a Fichi e fantasia, uno spettacolo realizzato dalle Mele Verdi.

Cosa pensa del fatto che in alcuni cartoni animati siano state cambiate delle sigle?

Mi dispiace moltissimo perché la sigla e il cartone animato si appartengono a vicenda.

Perché il testo di Pat la ragazza del baseball non lo fece lei?

Non so. La solista, come detto, era Alessandra Maldifassi, una ragazza molto carina e purtroppo molto sfortunata, che ci ha lasciati a soli 22 anni dopo una malattia terribile. In quel periodo facemmo anche Spazio 12, una canzone che andò all'Ambrogino. Spazio che era davvero il sogno di ogni bambino, quello di avere uno spazio tutto per loro. Un pezzo bello e serrato. Lo cantarono Paolo e Stefania Mantelli.

Spesso, come arrangiatore, c'era Maurizio Bassi.

Spesso ma non sempre. Non era una regola fissa.

Il lato b di Spazio 12 aveva come canzone una sigla fatta per Rin Tin Tin, scritta con Luigi Piergiovanni.

Non ricordo chi fosse. Io scrissi il testo… guarda, qui c'è una foto delle Mele Verdi in una delle loro numerose formazioni. Ci sono Stefania Bruno, Anna Maria Bottini, Stefania Mantelli, Cristina Paiocchi, Monica Pilolli, poi c'è mio figlio Paolo, Barbara Bai, Rony Lucido e Alessandra Maldifassi.

Parliamo ora di una sigla molto adulta e bellissima, molto amata dai fans: Flash Gordon Flash. Ci conferma che la eseguì la Premiata Forneria Marconi? L'interprete, Donno, ci risulta sia uno pseudonimo.

Se non vado a vedere negli archivi non ricordo… non posso confermare niente. Non so, comunque, perché non abbiano pubblicizzato adeguatamente il pezzo. Era molto bello.

Tra l'altro era anche una canzone che faceva volare con la fantasia. Un verso dice: "… e la tua donna notte calda ti da!"

Queste cose scrivevo?!? Che vergogna! Che vergogna! Beh, con una musica intensa e forte come quella il testo doveva essere d'impatto.

Cosa ricorda di Angie?

Ricordo solo che a Roma vollero farla cantare da un certo Chelli, e questa cosa mi contrariò moltissimo, in quanto la versione cantata da Stefania Bruno era molto più bella!

In Mademoiselle Anne ha collaborato con Silver Pozzoli e Massimo Spinosa. Qualche ricordo?

La canzone era bellissima. Io feci il testo, Spinosa la musica. Pozzoli cantò nel coro ma non fece il pezzo anche se lo firmò. Io vedevo davvero questa ragazza dolce e delicata che fuggiva il conformismo. Era lei, Mademoiselle Anne, io la vedevo così. Era fantasia. Per me era importante scrivere ascoltando il suono della parola, che deve precederne, per importanza, anche il significato. Ai bambini io cerco di insegnare questa creatività.


La sigla Ikkyu San il piccolo bonzo è l'ultima sigla delle Mele Verdi. Il cartone animato è andato in onda recentemente su Tmc, ma il 45 giri non è mai uscito. Come mai?

Ma perché non lo fanno uscire?!? Se c'è gente che richiede il pezzo e il cartone animato va in onda… Per questa sigla mi mandarono la musichetta e io scrissi il testo. Ho anche il provino, di sicuro. Non so perché il disco non sia mai uscito. Purtroppo mi tagliarono le gambe anche quella volta. A proposito: se trovate Olimpio Petrossi ditegli che sono arrabbiata con lui! No, con Olimpio se ci vediamo andiamo anche a mangiare una pizza… ma niente di più (ride). La cosa che mi dispiace è che lui non ha creduto nel nostro coro, avrebbe dovuto darci più sostegno.

Quali sono la migliore qualità e il peggior difetto di Mitzi Amoroso?

Il difetto è che non riesco a dire bugie. La qualità è che, allo stesso modo, non riesco a dire bugie.

Stefania Bruno, Anna Maria Bottini, Stefania Mantelli, Cristina Paiocchi, Monica Pilolli, poi c'è mio figlio Paolo, Barbara Bai, Rony Lucido e Alessandra Maldifassi.
Dedica ad Alessandra Maldifassi.

"Ale, la nostra vita è accompagnata dall'amore che tu hai trasmesso a noi e a quanti ti hanno conosciuta su questa terra. Da lassù ci guardi, ci segui, noi lo sentiamo, sentiamo la tua voce, il tuo canto, ma soprattutto sentiamo il tuo amore sempre più forte. Vorremmo elevarci per poterti abbracciare, ma sappiamo che dobbiamo aspettare.
L'amore è l'unica via, aiutaci a raggiungerti puliti e sereni."
La famiglia di Alessandra

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