INTERVISTA A CORRADO CASTELLARI

Di Agnoli-Nacci-Erelli-Secco.

Anagrafe. Corrado Castellari nasce a Bologna il 23-09-1945. Famiglia. Il nome del padre di Corrado Castellari è Carlo, quello della madre Gertrude. Corrado ha un fratello, Camillo, e una sorella, Clara. Corrado è il minore dei tre. Camillo, professore di lettere a Bologna, ha scritto alcuni testi per le musiche di Corrado Castellari. Il successo del fratello che Corrado ricorda immediatamente è Coraggio e paura , per Iva Zanicchi, del 1972. Il vero nome della moglie è Norina Piras ma è sempre stata chiamata Eliana. Corista per lunghissimo tempo, la consorte di Corrado incide alcuni dischi con il futuro marito all'inizio degli anni Sessanta; il duo si chiama Eliana e Ciro, prodotto da Gianfranco Intra per la Ri-Fi Record. La figlia dei coniugi Castellari, che ha fatto parte del gruppo delle Mele Verdi, si chiama Melody. Gioventù. Corrado ammette di non avere ricordi particolari ma la moglie svela l'aneddoto che ha accompagnato il periodo dell'incontro fra i due: nel laboratorio di un accordatore, un certo Pasquini, Corrado, alla chitarra, e Norina, al pianoforte, accompagnarono la voce di Andrea Costa; è il progetto di un gruppo che poi non si farà. Curriculum scolastico. Corrado è geometra, diplomato all'Istituto Pacinotti di Bologna. La moglie, invece, è diplomata in pianoforte. Esordio artistico. Fin da giovane Corrado si diletta nell'uso della fisarmonica, strumento dalle tradizioni molto forti, per poi passare alla chitarra. E' il momento in cui inizia l'influenza americana di gente come Elvis Presley e i Platters. Dopo il diploma Corrado va a suonare con Dino Sarti, per il quale ha firmato quasi tutte le canzoni. Nello stesso periodo Corrado si trasferisce a Milano, ritenuto dal musicista l'epicentro del mondo musicale di allora. Carriera. Il sodalizio fra Corrado e il fratello, dove il primo scrive la musica e il secondo i testi, porta molto successo ai Castellari. Corrado negli ultimi anni compone anche molti testi, producendosi anche come cantautore. Il produttore di Castellari è Sandro Colombini, lo stesso di Antonello Venditti, Lucio Dalla e Edoardo Bennato. Tornato dal servizio militare, e dopo due anni di night club, Corrado inizia a spedire le proprie creazioni alle varie case discografiche fino ad arrivare alla Ri-Fi, la quale si dimostra interessata al lavoro dell'artista; è il 1967. Il primo successo è Susan dei marinai , cantata da Michele. Corrado è orgoglioso di aver composto la musica de Il testamento di Tito , celeberrimo successo di Fabrizio De Andrè. C'è poi La frittata , scritta insieme a Mitzi Amoroso, cantata da Nino Manfredi a San Remo. Castellari ha scritto anche per Mina e per Ornella Vanoni.
Corrado Castellari negli anni 70


Cosa pensa della sua carriera?

Sono soddisfatto. Mi dispiace aver fatto soltanto tre LP come cantautore perché, pensando ai miei colleghi di gioventù, ho visto il successo di molti bluff…secondo me ci sono molti più parlatori che artisti, anche tirando fuori nomi grossi! Vorrei che tu mettessi nel libro ciò che ho detto. Purtroppo nel mondo musicale bisogna farsi strada spesso a gomitate e, probabilmente, mi è mancata la giusta grinta. Vedo un sacco di gente, ad esempio, che ruba pezzi di musica altrui e mi chiedo se quelli siano artisti…

Ci parla delle sigle da lei realizzate?

Erano carine, fatte bene e prodotte da maestri che oggi sono dei numeri uno, come Vince Tempera o Maurizio Bassi. Tutta gente che è ancora sulla cresta dell'onda. Bassi fa gli arrangiamenti per Ramazzotti, per esempio. Per quelle sigle ci voleva una cura particolare, non si potevano fare così per fare.

Le fa piacere che i bambini di allora, adulti di oggi, si ricordino le sue sigle?

Mi fa molto piacere perché certe canzoni hanno segnato molti di questi bambini. Alcuni miei coetanei, addirittura, ricordano La banda dei ranocchi o La Principessa Sapphire . Ovviamente anche gli amici di mia figlia hanno bene in mente quei pezzi.

Secondo voi le sigle delle Mele Verdi erano fatte in modo più economico, a livello strumentale, rispetto a quelle della RAI?

Dipendeva dallo studio. E poi i mezzi non erano enormi. Si incideva sempre: di giorno e di notte. Fino a quando, da un giorno all'altro, al mondo discografico sono stati tagliati i viveri. Alla RAI sicuramente Tempera era avvantaggiato dalla sua capacità al pianoforte e dai bravi strumentisti suoi collaboratori, come Ares Tavolazzi e Ellade Bandini. I loro erano bei dischi con bei suoni.

Si ricorda qualcosa di Albertelli?

Con lui non ho fatto grandi cose però ricordo che era un tipo molto duro sul lavoro, come Enrico Riccardi. Una persona decisa, insomma, ma molto simpatico.

Cosa pensa delle sigle della Mediaset, le uniche, in pratica che sentiamo oggi in televisione?

Non seguo molto quel settore, oggi. Non so cosa pensare, onestamente. Ufo robot , certamente, era un'altra cosa. Noi davamo quella grinta, nei pezzi, che ai bambini mancava. Mia moglie, per questo, talvolta partecipava ai cori delle Mele Verdi. Si è voluto togliere quella grinta che c'era allora, oggi ci sono pezzi insulsi. Il bambino non è più stimolato dalla melodia, è stata un'involuzione tragica. Le sigle degli anni passati piacevano anche agli adulti; penso, ad esempio, a Lady Oscar .

Cosa pensa del cambiamento del mondo musicale?

Ci sarebbero tremila cose da dire. Come autore ammetto di non riuscire più ad entrare nei grossi giri. Se volessi, per esempio, dare un mio pezzo a Ramazzotti non ci arriverei mai! Ci sono i filtri dei filtri a interrompere la cosa; una volta era diverso, si poteva parlare direttamente con l'artista. I sistemi erano più semplici, oggi è marketing.

Le chiedo qualche dettaglio sulle sigle. Come si divideva il lavoro per le sigle delle Mele Verdi fra lei, Silvano D'Auria e Mitzi Amoroso?

Ci incaricavano di fare le sigle su quei personaggi. Andavamo in alcuni uffici a vedere i filmati originali, a Milano. Si stabiliva come fare il pezzo e poi io curavo la musica, Mitzi i testi e Silvano D'Auria faceva un po' il supervisore del lavoro. Ricordo che vennero fatte anche delle gare, fra noi e altri, per stabilire quale fosse il pezzo adatto. Pensa che ne La banda dei ranocchi chi faceva il verso della rana ero io! Quella canzone era bellissima. Piaceva anche a D'Auria il quale, tra l'altro, ha sempre molto apprezzato ciò che facevo io, non mi ha mai contestato niente.

 

Una più recente foto di Corrado in studio..

Il gruppo era affiatato, insomma…

Certo. Mitzi, poi, scriveva dei testi che non erano stupidi.

Cosa faceva Mitzi Amoroso a livello artistico?

Scriveva i testi, come detto. Nascevano quasi sempre prima le sue parole, che erano molto belle e stimolavano la mia vena creativa.

Crede che un autore in grado di scrivere un testo in assoluta libertà per un compositore possa, in definitiva, creare un testo ancora più bello?

Esatto, è proprio così. Io mi trovavo bene con Mitzi e le canzoni delle Mele Verdi venivano fatte con la filosofia che hai detto tu.

Qual'è il nome, per esteso, di Mitzi Amoroso?

Maria Letizia Amoroso.

Quando ha conosciuto Silvano D'Auria e Mitzi Amoroso?

Non ricordo. Penso d'aver conosciuto prima D'Auria. Vedevamo un sacco di gente all'epoca.


E' sparita secondo lei la figura del talent scout nelle case discografiche?

Sì. Probabilmente alle case discografiche manca il direttore artistico interno. D'altra parte non ha neanche molto senso perché ogni cantante ha il suo produttore.

Qual'era, se c'era, il limite nel far cantare dei bambini?

I bambini sono un po'…melensi. C'era da fare un gran lavoro di taglia e cuci in sala di registrazione. Prima, cioè, si doveva far imparare loro la prima voce, per i cori, poi la seconda e così via fino al prodotto finale. Mia figlia ha sempre avuto una certa musicalità nella voce e non ebbe grosse difficoltà. Il lavoro era impegnativo ma divertente. Credo, ad esempio, che in molti ricordino La banda dei ranocchi per quel coro particolare.

Per quanto riguarda, ancora, le Mele Verdi: voi collaboravate già con loro ai tempi in cui il coro partecipò alla canzone dei Barbapapà e a quella di Woobinda?

No, noi siamo partiti con le Mele Verdi con la realizzazione de La banda dei ranocchi .

Una domanda su La principessa Sapphire. Come mai questo nome, visto che nel cartone animato la protagonista veniva chiamata Zaffiro e la pronuncia inglese era ['sæfai ? *] ?

Non so, non mi ricordo. Non credo di aver neppure mai saputo che si dicesse ['sæfai ? *]. In questo pezzo venne prima il testo, di Albertelli…forse ne fece due versioni, una non andava bene.

Nella canzone perché si è firmato con lo pseudonimo Bibap?

Forse non volevo farmi riconoscere come autore di sigle per bambini. Credo di aver fatto male, sarebbe stato meglio firmarmi come Castellari. Ho cambiato spesso pseudonimo. Stesso discorso per i vari Lulac, Baracuda, Nico…Sai, bi-bap e lu-lac , sono tempi musicali...

Chi erano I Cavalieri di Silverland, interpreti della sigla di Zaffiro?

Erano Silvio Pozzoli e Marco Ferradini.

Si ricorda come nacque il pezzo?

Mi sembra che in sala ci fosse Tempera…forse no, probabilmente l'arrangiamento l'ho fatto io. Anzi, eravamo io e Albertelli che facemmo l'arrangiamento, molto semplice tra l'altro. Sono canzoni carine, in fondo, le ricordo davvero molto volentieri, con molta freschezza.

Il bambino che si sente sempre nelle canzoni delle Mele Verdi è ogni volta Paolo Peroni?

Si! E' vero! Ora ricordo bene. Era Paolo, bravissimo! Era molto vivace e vispo in sala di registrazione. Era un po' il personaggio del gruppo.

A parte il gracidio de' La banda dei ranocchi, era sempre lei a interpretare la voce maschile delle canzoni delle Mele Verdi?

Sempre io. Anche in Ippotommaso , Belfy e Lillibit , eccetera…per questo le canzoni erano così scattanti, c'era un adulto! Erano tutte cose molto ritmiche.

Dove registravate i pezzi?

Quasi tutte allo studio Capolinea di Milano.

Quali strumenti erano utilizzati?

I classici: tastiera, pianoforte, chitarra, basso e batteria. Non ricordo la marca, sinceramente. Per gli archi la Solinas , la prima tastiera che ha sostituito gli archi. Sono comunque domande che dovresti fare a un tecnico, un Tempera, per esempio! Erano comunque pezzi che non necessitavano di grosse idee per i controcanti. Si cercava di far sentire le voci, soprattutto. Ogni tanto ho suonato la chitarra ma non so in quali canzoni. Partecipavano ai pezzi Farina, alla chitarra, Gigi Castellotto, al basso, musicisti bravissimi. Probabilmente c'era anche Ares Tavolazzi.

 


Sapete quanto hanno venduto quei 45 giri?

Dovrei andare a controllare ma sicuramente erano ottime vendite. Oltre le centomila copie, comunque.

Belfy e Lillibit e Gli gnomi delle montagne: qualche ricordo particolare?

Poco…quasi nulla.

E nella canzone fatta per Flash Gordon, cantata da Donno?

La fece la PFM. Era probabilmente il bassista ma non ricordo il nome. Era uno straniero, forse.

Non crede che il testo di questo brano fosse abbastanza audace per essere un testo per bambini? Un verso della canzone addirittura recitava: ”e la tua donna notte calda ti dà...".

Ma sì, Mitzi non era infantile nel fare le cose. Quel pezzo non l'ha contestato nessuno, infatti. E poi c'era la PFM a cui, certo, non potevi far cantare una stupidaggine. Era una canzone da adulti.

Sul retro di quel 45 giri c'era Far Away di Ian Patrick. Era roba vostra?

No, probabilmente era una canzone fatta proprio dalla PFM. Patrick era, probabilmente, il cantante del lato A.

Può dirci qualcosa de Lo scoiattolo Banner?

Niente. Forse riascoltando la canzone…

In Angie girl gli interpreti erano Chelly & Chelly ma Silvano D'Auria ci ha svelato che era un solo cantante: un solo Chelli. Si ricorda come si chiamava?

Era un ragazzo piuttosto giovane, un cantante ma non riesco a ricordare il nome. D'Auria lo contattò ( un membro del forum di Kbl e co-autore di questa intervista ha recentemente scoperto l'identità del cantante ).

Si ricorda della canzone di Rin Tin Tin?

L'ho fatta io? Non mi ricordo. Forse l'ho arrangiata ( infatti il maestro Luigi Piergiovanni ha recentemente ricordato con piacere quel pezzo ).

Spazio 12 ?

Quella l'ho fatta per l'Ambrogino d'Oro.

Si ricorda Sabato al supermercato?

Vagamente…

Pat la ragazza del baseball.

Sì, è vero! Questo pezzo lo fecero a Roma e io lo arrangiai.

Si ricorda di Sandybelle, fatta per la RAI ?

Non ricordo, fu, però, una bella cosa. La cantò Stefania, una delle più grandi del coro delle Mele Verdi.

Come mai fu arrangiata da Maurizio Bassi e non da lei?

Probabilmente la canzone era destinata alla Fonit Cetra. Bassi è quello che ha fatto Tarzan Boy , grossissimo successo di Baltimora.

Cos'era Fichi e fantasia?

Era uno spettacolo teatrale imperniato sulle canzoni. Sullo sfondo c'era la storia. Veniva eseguito nei teatri della zona di Milano. I testi erano di Mitzi Amoroso, la musica mia mentre la scenografia apparteneva a mia moglie, che si occupava un po' di tutto: costumi, paesaggi…c'era qualcosa di già fatto. C'erano pannelli grandi per Ippotommaso , per Banner, per Belfy e Lillibit , per Demetan .

Nel 1984 le Mele Verdi hanno fatto Mademoiselle Anne. Gli autori erano Massimo Spinosa e Silvio Pozzoli. Lei ha partecipato, magari come arrangiatore?

Mi sembra proprio di no.

 

 
Un pò di 45 giri storici

L'ultima sigla delle Mele Verdi è Ikkyu San, il piccolo bonzo, i compositori erano Coccia e Rispoli. Sa chi sono?

No. Era ormai finito il momento delle sigle. Mi sembra che anch'io avessi provato a fare la sigla per quel cartone animato ma scelsero quelli che tu hai indicato. I circuiti di procacciamento delle sigle erano diventati altri.

Se dovesse indicare la sua sigla preferita fra tutte quelle di cui abbiamo parlato quale sceglierebbe?

La banda dei ranocchi . Anche Sandybelle a dire il vero, ma quella per Ranatan era troppo bella. C'erano delle melodie che oggi…mah…non sanno probabilmente cosa siano. Col computer la testa degli autori è atrofizzata. Si è sacrificata la creatività. Si tende a fare delle frasettine di tre o quattro misure ripetute per tutto il pezzo.

Con l'RCA lei era sotto contratto o indipendente?

Indipendente.

Lei ha fatto qualche altra sigla dei cui io non sono a conoscenza?

Tex Willer . Era una cartone fisso, più un fumetto che un cartone animato. L'autore del testo era Pizzamiglio, con cui ancora oggi collaboro. Lavora all'IBM.

Secondo lei gli autori hanno più difficoltà a restare sulla breccia rispetto ai compositori?

Sono spariti anche i musicisti…è quello il problema. Io riesco a lavorare ancora tanto, ma molti miei coetanei non si sentono più. Sono pochi anche i nuovi artisti, benché io, ad esempio, apprezzi il rock moderno. Non parliamo poi dei concorsi, nei quali fanno vivere solo quei due o tre che interessano agli organizzatori, non faccio nomi…

Ci sono degli inediti che poi non sono andati in onda?

Ce n'era uno, per un cartone animato…non so quale fosse ( probabilmente la versione femminile di Angie ).

Conosce qualche altro autore o interprete di quelle sigle?

Conosco Bruno D'Andrea, il cantante di Na-no na-no , ma gli altri no. Poi, ecco, conosco Bruno Lauzi.

Vi ricordate di un festival delle sigle fatto a Pavia al quale dovrebbero aver preso parte anche le Mele Verdi?

Onestamente no.

Lei è soddisfatto della sua carriera?

Beh…Vinsi un premio come Autore dell'anno di canzoni, nel 1975, per aver scritto per gente come Al Bano, Ornella Vanoni e Iva Zanicchi. Ho realizzato anche belle sigle non per cartoni animati, come Cocktail d'Amore per la Rotolo. Ho solo il rimpianto di non aver fatto molto come cantautore. Oggi mi occupo di musica da ballo, tentando di non scrivere canzoni banali.

Sbaglio o lei, quando ha fatto un pezzo, spesso se lo scorda?

Sempre! Inevitabilmente. A volte mi sembra addirittura strano aver fatto una canzone, ad esempio. Bisogna guardare avanti.

Quali sono la sua migliore qualità e il suo peggior difetto?

Mi apprezzano perché so ascoltare, sono un buon ascoltatore. Il difetto è che sono smemorato, disattento per problemi legati alla casa…

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