Cenni Storici



     Numerosi storici hanno individuato il luogo dell'antica città di Albalonga, che fu a capo della confederazione latina, con quello dell'odierna Castelgandolfo; altri invece collocano l'antica città latina al di là del Lago Albano nei pressi di Palazzolo. Secondo la tradizione l'antica città di Albalonga fu fondata dai discendenti di Enea. La città raggiunse un periodo di grande fulgore fino ad avere il controllo su ventinove colonie.Stampa In seguito subì progressivamente la supremazia di Roma, fino a quando, accusata di tradimento in una guerra di Roma contro gli Etruschi ne fu decisa la distruzione: i templi furono salvati, la popolazione fu trasportata in Roma ed il territorio Albano fu assegnato alla popolazione di Aricine. Nel periodo repubblicano l'Ager Albanus fu occupato da un gran numero di ville signorili. Il lago posto al centro di questo sistema insediativo costituiva il tramite per i collegamenti delle varie proprietà. Durante il periodo imperiale Domiziano, costruì una nuova e grandiosa villa sul versante occidentale del lago. Divise il pendio del colle in quattro grandi terrazzamenti. Il nucleo centrale della villa era costituito dal palazzo, l'ippodromo, le cisterne e il teatro. Le proprietà di questi luoghi costituivano la "massa Caesariana" e vengono menzionate nell'elenco dei possedimenti del Patrimonio di San Pietro sotto Gregorio II.

     La prima comunità moderna, quindi, si fonda su una economia agricola e sotto l'influenza religiosa. Le prime notizie della contrada "Cucurutus", corrispondente all'odierno Monte Cucco, si hanno in un documento del 1030, in cui si parla di possedimenti in questa località delle monache di S. Ciriaco di Roma. La notizia dell'abitato è in una Bolla del maggio 1037 del Papa Benedetto IX, con la quale concedeva all'Abbazia di Grottaferrata, fondata pochi decenni prima dal Basiliano S. Nilo, una terra posta "intra civitatem Albanensem in loco qui vocatur supra Cucurutti". Veniva inoltre indicata una Chiesa di San Michele, riferimento che toglie ogni dubbio sulla identificazione della località con il territorio attuale di Castelgandolfo, la stessa che sarà la vecchia parrocchia di Castelgandolfo fino al Seicento. Nella stessa Bolla si affermava che gli abitanti costituivano una comunità a se stante, incentrata sulla Chiesa di San Michele e dipendente dall'Abbazia di Grottaferrata. Si trattò perciò di una comunità agricola che, pagando un canone al Monastero, ebbe la sua libertà fin dall'anno 1000 e che in seguito, anche sotto la protezione dei Baroni dei vari Castelli, conservò un'autonomia nel governo della cosa pubblica, attraverso la concessione di Statuti più volte rinnovati e modificati. Non si sa quando precisamente ed in quali circostanze i Gandolfi si impossessarono del luogo. Il loro Castello esisteva già nel secolo XII. In un documento del 1244 risulta infatti che il Castello apparteneva ai fratelli Simone e Paolo de Candulphis i quali vi possedevano un Palazzo ed una Curia. Nel XIII secolo entra in possesso dei Savelli. Infatti nel 1279, il cardinale Iacopo Savelli, non ancora papa Onorio IV annoverava tra i suoi possedimenti, Castel Savello Albano, Fajda ed un "castrum quod dicitur turris de Candulphis".

     Castelgandolfo e la comunità relativa, a meno di brevi periodi nei quali subisce saccheggio o passa sotto il controllo di altre famiglie, rimane feudo dei Savelli fino al 1597, quando viene ceduto con vendita forzata alla Camera Apostolica. Più tardi, nel 1608, viene dichiarato proprietà inalienabile della Santa Sede. Decisivi furono gli interventi di Maffeo Barberini che, divenuto Pontefice col nome di Urbano VIII, trasformò l'antica Rocca dei Savelli, il cui progetto fu affidato a Carlo Maderno. Contemporaneamente avviene l'ampliamento del piccolo borgo addossato all'antica Rocca. Con Urbano VIII si espande il predominio dei Barberini che acquistarono i terreni e i vigneti nell'area della Villa di Domiziano e su questi edificarono la loro nuova villa. Anche sotto il Pontificato di Alessandro VII prosegue consistente l’ attivati edilizia attraverso l'ampliamento nel 1660 sia del Palazzo Pontifico che delle mura esterne. In questo periodo Bernini progettò la Chiesa di San Tommaso di Villanova e la piazza antistante il Palazzo Pontificio. A partire dall'inizio del secolo XVIII il nucleo abitato si ampliò considerevolmente poiché Castelgandolfo fu luogo di soggiorno di parecchie famiglie romane: è da ricordare Villa Torlonia che sorse su progetto di Valadier oppure la Villa del Cardinale Cybo. Dal periodo dell'invasione delle truppe francesi inizia una fase di lento degrado dell'abitato e soprattutto delle proprietà della Santa Sede, che si accentua nel periodo compreso tra il 1870 ed il 1926, quando furono firmati i Patti Lateranensi, tra l'altro la Villa Barberini diviene di proprietà della Santa Sede. A partire dal Pontificato di Pio XI si avviano lavori di restauro sulle proprietà pontificie.