Cenni Storici



     Il territorio di Nemi fu celebre al tempo dei Romani per il Tempio dedicato a Diana, meta di pellegrinaggi non solo dei Romani e dei Latini ma anche di abitanti di città lontane.stampa Più tardi venne consacrato a Diana un nuovo Tempio sulla collina di Ariccia. Il carattere sacro del territorio nemorense rimase per tutto il periodo romano permettendo la consacrazione di grandi selve impenetrabili, proibite ai profani al punto che l'imperatore Caligola, per aggiungere il divieto di costruire sulla terra, fece realizzare sul lago due navi con funzione di vere e proprie case galleggianti. Successivamente sul territorio nemorense si formò una comunità agricola denominata "massa nemus" che l'imperatore Costantino assegna in concessione alla Basilica di San Giovanni Battista di Albano. Una decisione di carattere politico con la quale l'Imperatore tese a potenziare la zona d'influenza di Albano, la cui comunità cristiana, uscita da poco dalla clandestinità, si contrappose agli altri paesi albani di antica e radicata tradizione pagana. Passò quindi ai Conti di Tuscolo che la trasformarono in un Castrum, e successivamente Agapito di quella famiglia lo diede in dote ad una figlia quando andò in sposa ad un Frangipane (1090).L'antipapa Anacleto II conferì nel 1130 all'abbazia di San Paolo allora unita a quella delle Tre Fontane. Tre Bolle seguenti (1143, di Anastasio IV; 1183, di Lucio III; 1191, di Celestino III) ne confermano il possesso al Monastero che sicuramente lo tenne per tutto il secolo XII. Sotto il dominio dei Monaci il borgo prese forma definitiva, su uno sperone montuoso a picco sul lago, luogo particolarmente felice perché inattacabile da tre lati; la comunità insediata mantenne un'organizzazione di tipo agricolo.

     Nel secolo XIII il Castrum divenne uno dei tanti feudi dei Colonna, e a partire da allora, a causa dei continui cambiamenti di proprietà, nominato in documenti e Bolle papali. In una Bolla di Alessandro III del 1255 vennero assegnate al Castello di Nemi quattro chiese: Santa Maria, Sant'Angelo, San Gennaro e San Nicola in valle Lunae. Bonifacio VIII nel 1297 incamerò il Castello per darlo agli Orsini. Tornò di nuovo ai Colonna, fino a quando Clemente VII, antipapa, glielo tolse per assegnarlo nuovamente in enfiteusi alla famiglia Orsini. Il dominio degli Orsini è molto breve in quanto ritorna sotto il controllo della Chiesa nel 1379. Nel 1400 Bonifacio IX, lo assegnò a Tebaldo Annibaldi, ma l'Abbazia delle Tre Fontane ne reclamò la proprietà e nel 1423 lo concesse in affitto a Giordano Colonna, fratello di Martino V. Più tardi nel 1428, Prospero ed Edoardo Colonna lo comprarono definitivamente.

     In alcune storie di Nemi si fa cenno alla famiglia Capicuzzi come proprietaria del Castello nel XV, ma non vi è nessun documento che ne accerti il possesso, risulta invece una cessione del Castello al Cardinale Estouteville da parte di Lorenzo Colonna. Nel 1501 Alessandro VI lo concede a Rodrigo Borgia, figlio di Lucrezia e di Alfonso di Bisceglie, ma due anni dopo, alla morte del Papa, la famiglia dei Colonna recupera il controllo del Castello. Al controllo dell'insediamento si succedono quindi i Cesarini (1550), i Piccolomini (1560), i Cenci (1563), i Frangipane (1572), ed infine i Braschi (1782), che ne mantengono il controllo per circa un secolo quando torna in possesso degli Orsini (1860). Con l'unità d'Italia l'insediamento si costituisce in Comune, e tuttavia il Castello e le proprietà contigue vengono acquistate all'inizio del '900 dalla famiglia dei Ruspoli, i quali portano a termine, oltre che alcuni interventi di ristrutturazione dell'antico manufatto edilizio, altri di riorganizzazione delle infrastrutture interne al tessuto urbano del nucleo storico dell'insediamento.