Cenni Storici



     E' probabile che il paese prenda il nome dalla gens Porcia dei Catoni che aveva la sua Villa nei luoghi dove sorge l'attuale insediamento. Fece parte dell'esteso territorio tuscolano e seguì perciò le vicende della città del Tuscolo fino alla sua distruzione. StampaLe prime notizie si riferiscono alla metà del secolo XI quando Gregorio III, conte di Tuscolo, donò ai Benedettini del Monastero di Monte Cassino varie chiese nel territorio tuscolano tra le quali la "Ecclesia Sancti Antonini in Monte Porculo". Nel 1077, Pietro, fratello di Gregorio, confermava la donazione. Monte Porzio doveva però essere solo in parte proprietà dei Conti Tuscolani infatti in una Bolla del 1081 Gregorio VII confermava al Monastero di San Paolo numerosi beni tra cui il "montem Porculum". Successivamente entrò a far parte dei possedimenti dei Colonna fino al 1151, quando questa famiglia cedette ad Eugenio III la loro metà di Tuscolo ed il "montem Porculum cum pertinentiis".

     Il nascente centro nel 1167 legò il suo nome alla battaglia che si combatté sul pendio occidentale del suo colle e nella sottostante pianura di Prata Porci tra i Romani e Tuscolo alleato agli Alemanni. Nel secolo seguente Monte Porzio ritornò di proprietà dell'Abbazia di San Paolo: in una Bolla di Innocenzo III del 1203, dove peraltro compare per la prima volta come "castrum" ne viene infatti confermato il possesso all'Abbazia. Dopo un periodo di completa decadenza, durante il quale l'insediamento è ridotto allo stato di "Casale", Bonifacio IX lo riscattò dal Monastero proprietario e lo donò a Tebaldo Annibaldi allo scopo di servirsene come roccaforte e luogo strategico nei conflitti contro Niccolò Colonna di Palestrina, uno dei ribelli della Chiesa. In questa circostanza vengono infatti eseguite opere di fortificazione. Quando con la morte di Tebaldo Annibaldi il possedimento passò agli eredi, Alessandro V li privò del controllo dell'insediamento, perché schieratisi a favore del re Ladislao di Napoli nelle dispute fra Papato e Baroni.

     Solo con la Bolla del 1411 del Pontefice Gregorio XII la famiglia degli Annibaldi rientrò in possesso di tutti i castelli tra i quali il "castrum Montisporcis". La popolazione presente nell'abitato nel 1416 è ancora scarsa. A partire da questi anni e nel corso di tutto un secolo Monteporzio passò sotto il controllo di diverse famiglie e della Chiesa: sotto la giurisdizione del Monastero di San Paolo per una cessione fatta nel 1451 da Nardo Annibaldi; nel 1458 venne diviso tra il Cardinale Prospero Colonna e Mattia Annibaldi; nel 1561 venne affittato al Cardinale Ranuccio Farnese; infine nel 1582 Cesare Annibaldi lo vendette al Cardinale Marco Sitico Altemps che l'incorporò nella sua proprietà di Mondragone. Sotto il controllo di Altemps l'insediamento subì uno sviluppo nelle strutture edilizie civili e religiose che lo trasformano in un vero e proprio centro abitato. Questo processo di sviluppo si potenzia a partire dal 1613, quando gli Altemps lo vendettero la Cardinale Scipione Borghese il quale, oltre a far edificare il Palazzo che porta il suo nome riuscì a dare nuovo impulso all'attività economica e produttiva di questa comunità. In questo senso è significativa la ricostruzione della Chiesa di S. Gregorio Magno avvenuta nel 1666 su progetto di Carlo Rainaldi per iniziativa di Giovan Battista Borghese. D'altra parte la famiglia Borghese mantenne il controllo del paese per quasi tutto il secolo XIX, fin quanto con l'unità d'Italia si costituì il Comune.