Casino Colonna


     Subito fuori l'abitato di Marino e sotto le sue mura verso Roma, in una zona oggi snaturata da un'edilizia moderna, i Colonna costruirono nel XVI secolo l'elegante casino che fu restituito alle sue nobili linee da Alberto Moravia, dopo un lunghissimo periodo di abbandono e di destinazione a cantina. L'edificio a pianta rettangolare - cui di recente si sono addizionati due corpi ai lati della facciata a monte - è situato su un terrazzamento, prospiciente la valle di Marino, più basso rispetto al piano di calpestio della vicina strada e dell'area a questa adiacente occupata in origine dalla parte superiore dei giardini. Il suo alzato è costituito dall'appartamento nobile al pianterreno e da una sopraelevazione destinata ai servizi, che comunica con lo spazio antistante tramite un ponte. Questo è a sua volta preceduto da una scala a doppia rampa che scende nel terrazzamento inferiore, dove presenta al centro e in asse con l'ingresso al piano nobile un piccolo ninfeo, ornato da nicchie per statue da un mosaico di ciottoli nella volta. Non vi fu mai un collegamento interno tra i due piani del casino.

     La pianta del complesso eseguita da Percier e Fontaine, concorda con i caratteri indicati, ma presenta una situazione oggi non riscontrabile, e forse dovuta alla fantasia degli autori, nella zona antistante la facciata a valle dell'edificio, dove è rappresentata una terrazza belvedere. La scelta dell'ubicazione in basso del piano nobile, trova una precisa ragione nel percorso antico dei giardini; infatti una parte di essi - quella a sinistra dell'edificio - girava sotto le mura di Marino e si andava a congiungere con i giardini annessi al palazzo della famiglia in città. Da ciò risulta che il casino fu concepito come un comodo rifugio a breve distanza da Roma e facilmente raggiungibile.

     All'interno il piano nobile presenta una galleria di ingresso voltata a botte, fiancheggiata da due piccoli ambienti esterni - dotati dello stesso tipo di volta - che immette in un'ampia sala coperta da volta a padiglione. I restauri cui si è accennato, portarono alla luce una sorprendente decorazione pittorica nel salone, e brani di affreschi nella galleria e nel secondo ambiente a sinistra. Il salone, completamente affrescato, mostra nello specchio centrale della volta lo stemma cardinalizio Colonna sorretto da putti e incorniciato dalle armi di altre famiglie, negli specchi laterali risaltano invece, su un fondo di eleganti grottesche - tra cui sovente si inserisce lo stemma Colonna - le quattro Virtù Cardinali. Le pareti recano dipinto un colonnato di ordine corinzio, tra i cui intervalli si collocano piccole targhe con paesaggi, circondate da festoni di fiori e frutti. In basso sulle pareti minori, si aproono due nicchie affrontate, simili a porte nel taglio e nell'incorniciatura - e tali dovevano essere in origine, ma un ripensamento a costruzione avvenuta porto a questa loro riutilizzazione -, in cui si alternano, delimitati da fasce rosse, aquile e ovali includenti figure femminili. La galleria nella parte adiacente al salone, conserva alcuni brani della originaria decorazione sulle pareti, dove si svolge un colonnato da rami di rose, tra cui si inseriscono diversi motivi, e nella volta, dove restano alcune figure musicanti. Mentre gli affreschi del salone delle pareti della galleria sono assegnabili alla seconda metà del 500, quelli che ornano la volta della galleria rivelano, invece, caratteri chiaramenti seicenteschi.

     La presenza di tracce di affreschi nel piccolo ambiente a sinistra comunicante con il salone, fa supporre che in origine anche le sali minori fossero completamente decorate da pitture. Se è stato possibile, grazie ad accurati restauri salvare l'edificio, non si può dire attrettanto del giardino, la cui area è oggi in gran parte occupata dalla moderna edilizia di Marino. Esso come si è accennato, si estendeva sia ai lati del casino sia di fronte l'edificio a monte. Quest'ultima zona si estendeva anche oltre la via pubblica, contrariamente a quanto disegnato da Fontaine e Percier che, in questo tratto, entrò a far parte del tessuto dei giardini, grazie alla costruzione ai suoi fianchi di due portali affrontati che costituiscono oggi l'unica testimonianza dell'originaria divisione, ma interrati per metà e senza più alcun rapporto con il casino, essendo inclusi tra costruzioni moderne, risultano snaturati e privi di significato. Nel 1627 Filippo Colonna fece eseguire dei lavori per la costruzione del gioco della palla a corda; nel !642 Girolamo Colonna per la riattivazione dei condotti della fontane, e nel 1663 per la costruzione di un portale. La villa acquistata da Alberto Moravia intorno al 1960 appartiene oggi allo sculture Umberto Mastroianni.