Cenni Storici



n età repubblicana, l'Ager Albanus fu luogo di residenza estiva dei ricchi romani. Era occupato perciò da un gran numero di Ville signorili con annesso feudo che insieme costituivano la "massa Caesariana", di cui si parla nell'elenco dei possedimenti di S. Pietro in Vaticano sotto Gregorio II. La Via Appia assicurava una rapida e comoda comunicazione con Roma. StampaTra le Ville più antiche sono da ricordare quella di P. Terenzio Afro, di Aniuto Aurelio, del senatore Sesto Tedio e del giureconsulto M. Giunio Bruto. Alla destra della Via Appia vi era quella di Pompeo (i cui resti sono ancora oggi visibili nella Villa comunale), ex Villa Doria. Alla morte di Pompeo, la villa passò al figlio e poi fu incamerata dal fisco e già con Augusto entrò a far parte della proprietà imperiale. Divenne probabilmente la residenza ufficiale degli imperatori prima che venisse costruita la Villa di Domiziano, sul versante occidentale del lago. Domiziano livellò e divise il pendio del colle in quattro terrazze in cui dispose il palazzo, l'ippodromo, le cisterne ed il teatro, formando un nucleo che si può considerare il centro della sua villa. Attorno a questo nucleo, per un territorio di circa sei chilometri quadrati, con il lago quasi al centro, si estendeva un immenso parco con ninfei e giardini. L'unica costruzione Domiziana rimasta è l'edificio di S. Maria della Rotonda che quasi sicuramente era uno dei tanti ninfei dell'immenso parco della Villa imperiale. Con l'avvento al potere di Settimio Severo (193) si decise la costruzione dei "Castra Albana", sulle pendici del Lago Albano, proprio nel luogo dell'attuale città. Per la zona vicino all'Appia furono utilizzati i terrazzamenti già adoperati da Domiziano. I resti dell'accampamento occupano gran parte dell'odierna città di Albano, che conserva infatti, migliorati nelle case e nelle costruzioni moderne, la maggior parte degli edifici.

lla caduta dell'Impero Romano, quando le Ville furono completamente abbandonate, Costantino fece costruire la Basilica di San Giovanni Battista la quale, distrutta da un incendio, fu fatta ricostruire dal Papa Leone III. Il territorio Albanese fu devastato dalle incursioni barbariche prima di Alarico (410), poi di Genserico e quindi Belisario lo occupò nel 537. Nel secolo IX fu invaso dai Saraceni. In una Bolla del 1108 del Papa Pasquale II si parla di Albano come uno dei centri più antichi del Medioevo. L'antipapa Guisberto vi si rifugiò, ma il piccolo centro si mantenne fedele alla Santa Sede, per cui i ribelli devastarono il contado (1108). Nel 1120, l'antipapa Anacleto l'occupò per i suoi parenti, i Pierleoni, che però lo tennero per poco tempo, dal momento che nel 1137 la Santa Sede, rientrato il Papa in Roma, con l'appoggio di Lotario III, riassorbì Albano fra i suoi possedimenti.

li albanesi si unirono in seguito con i Baroni per combattere la giurisdizione di Roma sul distretto, ma nel 1168 i Romani distrussero completamente la loro città. L'antipapa Alessandro III fu ospitato nel 1178 tra quelle rovine. In un documento dello stesso anno compare come Signore di Albano un certo Giovanni della Famiglia dei Savelli. Il Comune infatti risorse sotto la protezione dei Savelli, i quali vi dominarono per quattro secoli. In una Bolla del 1217 Onorio III (Savelli) donò al vescovo della città la "Civitatem Albanensem cum burgo et iternis", la quale doveva perciò essere fortificata con mura, al di fuori delle quali si estendeva un borgo. Onorio IV si rimpossessò di Albano e lo incluse tra i feudi della famiglia. Nella lotta tra Eugenio IV ed i Colonna, i Savelli si allearono con questi ultimi ed il Papa, per punire i ribelli fece distruggere completamente Albano e Palestrina (1436). Questa seconda distruzione fu più limitata di quella del 1168, perché Pio II trovò la città ancora in grado di difendersi. Sisto IV tolse il feudo ai Savelli e lo fece governare dai Rovere, suoi parenti. Riconquistato pochi anni dopo, nel 1501 Alessandro VI lo donò al nipote Rodrigo Borgia, figlio di Lucrezia e di Alfonso di Biscaglia. Alla morte del Papa(1503) Albano ritornò ad Antonello Savelli. Venne in dominio di Paolo Savelli dei signori di Castel Gandolfo al quale Paolo III, nel 1607 conferì il titolo di principe di Albano: Nel 1697 il feudo fu messo all'asta: la Camera Apostolica, per ordine di Innocenzo XII, intervenne in diritto di prelazione e lo estinse.

el corso della prima metà del XVIII secolo, l'agro Albano tornò ad essere luogo di villeggiatura delle famiglie nobili: sui resti delle antiche ville romane furono costruite villa Altieri, Corsini e Doria-Pamphili. Con la proclamazione della Repubblica Romana (1798) in Albano ed in altri centri limitrofi si ebbero sommosse e rivolte contro i francesi, domate quasi subito da Murat. Nella nuova divisione territoriale in Dipartimenti entrò a far parte del Dipartimento del Tevere e divenne uno dei capoluoghi di cantone. Con la restaurazione invece, quando lo Stato Pontificio fu diviso in 18 provincie, fu incluso nella Comarca. Nel 1882 gli fu dato l'appellativo di "Laziale", per distinguerlo da altri comuni del Regno d'Italia.